giovedì 13 novembre 2008

Addio Yma Sumac la voce del Perù che conquistò gli Usa


ROMA - Quando Chaka Khan, negli anni Ottanta, disse nel corso di una conferenza stampa, «la voce che mi ha influenzato di più è stata quella di Yma Sumac», i giornalisti sgranarono gli occhi. All' epoca l' astro dello straordinario soprano peruviano era tramontato da un pezzo. Non che la Sumac, morta sabato scorso a 86 anni in una casa di riposo di Los Angeles, si fosse mai cimentata con l' opera, ma la sua voce era ugualmente straordinaria, capace di gorgheggi arditi che negli anni Cinquanta fecero sensazione. Intorno al suo personaggio c' è sempre stato un alone di mistero. Diceva di essere nata nel 1927, oggi si scopre che sul certificato di nascita c' è scritto ' 22, diceva di avere sangue inca nelle vene e di essere discendente dell' imperatore Atahualpa, invece era figlia di poveri campesinos di Cajamarca (anche se il vero nome è altisonante: Zoila Augusta Emperatriz Chavarri del Castillo). Nel 1942 sposò il produttore e direttore d' orchestra Moises Vivanco (ebbero un figlio, Charles, e divorziarono nel ' 65), che orchestrò tutti i suoi dischi più famosi e la trasformò nell' usignolo delle Ande, un timbro e una maschera che conquistarono il pubblico. «Erano duemila anni che non esisteva più una voce come la sua», dichiarò Vivanco al Los Angeles Times. I suoi spettacoli alla Carnegie Hall e all' Hollywood Bowl erano un misto di esotismo e virtuosismo, gli stessi ingredienti che trasformarono il disco Mambo (ed. Capitol) in un cult (c' è una sua canzone anche nella colonna sonora di The big Lebowski). Dopo un breve ritorno nei club newyorkesi negli anni Novanta, la Sumac fece perdere le sue tracce, diventando la regina di dozzine di compilation di lounge music. La sua portavoce dice che nell' ultimo decennio la sua memoria era rimasta incollata agli anni Cinquanta. Quelli celebrati nella compilation Queen of exotica, pubblicata nel 2005. - (g.v)
Repubblica — 04 novembre 2008

giovedì 18 settembre 2008

Nazca: suoi segreti e colori. VIDEO

VIDEO DEI SEGRETI DI NAZCA

I colori della Cultura Nasca


Quando si riteneva tutto scoperto, la equipe archeologica italo-peruviana che lavora a Cahuachi, Nasca, presentò una scoperta che cambierà i concetti artistici di un’antica civiltà della costa che non finisce di stupire il mondo.

Di Roberto Ochoa B

Fu in piena Valle del Mantaro, più precisamente nel centro popolato di Cochas, dove presenziai ad un lungo dibattito in relazione alla possibilità di “dipingere di coloretti” i loro celebri mates burilados (sorta de recipienti intarsiati, n.d.t.). Il suggerimento provenne da un imprenditore peruviano esportatore di artigianato (su suggerimento dei suoi acquirenti negli Stati Uniti e in Europa), però si scontrò con l’inflessibile posizione di accademici e artigiani ortodossi, preoccupati per il fatto che tali colori porrebbero termine alla fine tradizione dei propri mates burilados, abbondanti in neri, bianchi e marroni.

Quelle sono stupidaggini dei limegni”, disse uno dei presenti e dette per conclusa la discussione, non senza aver prima segnalato che dovrebbero conformarsi all’esistenza dei mates “primavera”, così chiamati per la loro colorata decorazione con tempere e che oggigiorno si possono vedere nei grandi centri artigianali di Lima, Huancayo e Cusco.

Serà per questo che i primi ad essere sorpresi del ritrovamento di fini mates dipinti a Cahuachi (Nasca) saranno proprio gli artigiani e gli esportatori di artigianato.

Per non parlare di archeologi e storici.

30 Mates Unici

A differenza di quanto accaduto in altre tombe della costa peruviana, l’offerta umana trovata a Cahuachi dalla equipe di archeologi diretta dal peruviano Angel Sánchez e dall’italiano Giuseppe Orefici, non consiste in fini reperti d’oro, argento o rame dorato, ma in trenta splendidi mates policromi –unici nel loro genere- e ottanta reperti di ceramica con la classica bellezza degli artisti nasca.

Com’è risaputo, l’archeologo statunitense Junius Bird scoprì due mates incisi ad Huaca Prieta, presso l’oggi celebre Huaca el Brujo, nel litorale de La Libertad. Ambo i reperti furono datati con quasi 3500 anni di antichità. I moche, per cambiare, non rimasero indietro e non sono pochi i mates incisi esibiti in musei e collezioni private. Ma nella Lima preispanica –da Huaura fino a Pachacámac- si trovarono pure zucche buriladas di fine cesello.

Tuttavia, quelle di Cahuachi non solo rompono gli schemi per i loro colori, ma pure per la loro antichità, calcolata in circa 1500 anni, ossia, quando l’imperatore Costantino ufficializzò il cristianesimo come religione ufficiale dell’Impero Romano.

Enigmi dei Nasca

Altro argomento è la stessa offerta umana. I mates e le ceramiche saranno una grande notizia, però sarebbe importante sapere chi furono quel bambino e l’adolescente (quest’ultimo decapitato), sepolti come sacrifici umani assieme al favoloso arredo funerario.

Sánchez e Orefici possiedono la parola, però immagino che gli antropologi forensi della loro equipe stiano rompendosi la testa per decifrare questo nuovo enigma dei nasca.

Nel complesso archeologico di Cahuachi, considerata come la “città di argilla più grande del mondo” (superando pure Chan-Chan, capitale della cultura Chimú), la coppia Sánchez-Orefici e la sua equipe, scoprirono nel 1998 un deposito di duecento tessuti, molti dei quali dipinti a mano, una rarità all’interno della cultura Nasca, della quale sino ad ora si conoscevano solo tessuti ricamati.

Quest’ultimo ritrovamento coincise con venti teste di bimbi e adulti, della medesima comunità, che furono offerti ai propri dei durante una cerimonia che ancora non è stata spiegata nella complicata ed enigmatica cosmovisione dei nasca.

I mates dipinti, tuttavia, saranno la giustificazione che mancava per arricchire il nostro artigianato, ispirato questa volta da una scoperta tangibile e reale.

Il dato

Nuovo destino. Cahuachi è ubicata a 28 km dalla città di Nasca, nei pressi degli enigmatici geoglifi che hanno donato alla regione fama internazionale. Il progetto archeologico è finanziato con aiuti privati e del Governo italiano. Ottanta persone compongono la equipe di studiosi.

Fonte: Diario La República di Lima


La celebre ceramica nasca abbonda in musei e collezioni, ma pochi sono i reperti che possono dimostrare la loro origine









La scoperta ha sorpreso durante la conferenzia stampa (Foto: Franz Krajnik)













venerdì 12 settembre 2008

Il risveglio degli indios - Mimmo Candito


MIMMO CANDITO
Era diventato un mondo dimenticato dal mondo, l’America Latina, che sembrava consegnata al suo destino monroeiano di cortile di Washington. L’arrivo irruento di Chávez, prima, e l’esplosione poi del prezzo del petrolio, hanno rovesciato il corso della storia, attivando dinamiche che scuotono dall’interno il subcontinente. Due, soprattutto, sono le forme nelle quali si sta sedimentando il cambiamento: la prima è il risveglio della «nazione india», che scuote gli equilibri degli Stati nei quali gli indios costituiscono una quota rilevante della popolazione e ha trovato nella Bolivia - dove quechua e aymarà sono maggioranza - la realizzazione più compiuta con l’elezione a presidente dell’indio «cocalero» Evo Morales; la seconda è la nazionalizzazione delle risorse energetiche, in un processo che ha avuto in Chávez l’iniziatore e che ha trovato molti imitatori. I problemi boliviani nascono da entrambi questi fattori: le province ribelli sono a maggioranza bianca e sono le aree ricche di idrocarburi.

Un ambasciatore (per di più americano) che s’incontra ufficialmente con i prefetti di queste province o è uno che ha sbagliato mestiere oppure è uno che prepara, con il consenso della casa madre, storie sporche come quelle cilene. Sorprende, comunque, tanta rozzezza. I tempi sono cambiati da quanto successe proprio ieri 35 anni fa a Santiago, e la solidarietà manifestata immediatamente da Lula è molto significativa. Ieri stesso, Morales aveva firmato l’adesione della Bolivia all’Unasur, l’Unione sudamericana; tutto si muove, e il G-7 deve intanto registrare che si va formando un centro alternativo di potere che mette assieme gli «altri» grandi, si chiama Crib e dentro, con la Cina, la Russia e l’India, c’è proprio un pezzo «alternativo» dell’America Latina, questa «b» che sta per Brasile.
www.lastampa.it

sabato 30 agosto 2008

A Lima la gara più bizzarra del mondo: le mamme in una mega-maratona di allattamento al seno

Una mamma con due gemelli (foto Karel Navarro - Ap)

LIMA (27 agosto) - Non diventerà mai uno sport per le Olimpiadi, ma sarà sicuramente ricordata fra le gare più pazze del mondo: stiamo parlando della mega-maratona di allattamento al seno, che si è tenuta martedì in Perù. Centinaia di mamme con i loro bambini si sono date appuntamento a Lima per partecipare alla gara indetta dal ministro della Sanità peruviano, Hernan Garrido Lecca.

L'iniziativa ha inaugurato la settimana nazionale di celebrazioni che punta a promuovere proprio l'allattamento che, secondo i medici, darebbe benefici fisici ed emotivi sui neonati nei primi mesi di vita.

E così mamme e neonati hanno dato vita alla tenera e bizzarra competizione. Alla fine alla mamma più "generosa" e al bebè più assetato è andata la medaglia d'oro della World Alliance for Breastfeeding Action, l'associazione internazionale per la promozione dell'allattamento.

FOTO GALLERY:

Salvi in extremis i colibrì «diplomatici» dono del Perù

Uno stanziamento del governo a poche ore dal taglio dei fili ha salvato la situazione

80 esemplari, dono del Perù, hanno rischiato di morire: il centro che li ospita non poteva pagare le bollette

Alcuni dei colibrì ospitati a Trieste (Ansa)
TRIESTE - Un'ottantina di colibrì «diplomatici», dono del Perù al governo italiano, ospiti a Trieste del Centro scientifico di Miramare per la salvaguardia di questa specie di uccelli, avrebbero rischiato di morire. Alle 10 di sabato mattina, infatti, sarebbe cessata, per mancato pagamento della bolletta, la fornitura di energia elettrica al Centro, unico riconosciuto in Europa per lo studio di questi animali. «Con il distacco dell'energia elettrica - aveva spiegatp il direttore del Centro, Stefano Rimoli - i colibrì andranno in ipotermia, ipoglicemia, e dopo poco più di mezz'ora entreranno in coma. In un paio d'ore moriranno». Questa ipotesi sembra però essere scongiurata: il ministero dell'Ambiente ha infatti deciso di concedere al Centro un contributo straordinario di 40 mila euro.

«NON MORIRANNO» - «Ora potremo salvarli, i colibrì non moriranno - ha annunciato Rimoli, a meno di 24 ore dalla scadenza dell'«ultimatum», sottolineando come però i debiti della struttura ammontino a circa 200 milioni di euro - Ringrazio il ministro Pecoraro Scanio e sono soddisfatto per la solidarietà che si è creata intorno al Centro e, soprattutto per essere riuscito a salvare i colibri». Della vicenda si erano occupati diversi organi di informazione e anche Le Iene vi avevano dedicato un servizio.

PENURIA DI FONDI - I colibrì presenti a Trieste, oltre ad essere animali a rischio di estinzione, hanno uno status particolare. Sono colibrì sono stati donati nel 2005 dal Perù perchè, nel Centro scientifico triestino, si provvedesse alla loro riproduzione e per realizzare un protocollo di allevamento da trasferire poi in una riserva naturale, già aperta nel Paese sudamericano. «Dal 2005, però - ricorda Rimoli - il governo è stato assente. Abbiamo dovuto rivolgerci alle banche e attingere anche alle nostre tasche per garantire il trasporto degli animali in Italia e il loro mantenimento». Il governo ha rischiato anche conseguenze penali per «maltrattamento di animali, mancata protezione di animali in via di estinzione e distruzione di beni pubblici appartenenti allo Stato».

NUOVI NATI E VIP - Pochi giorni fa nel Centro sono nati tre piccoli colibrì, che hanno ancora gli occhi chiusi. Dovrebbero aprirli lunedì. Della vicenda si erano interessati in passato anche la trasmissione «Le Iene», Margherita Hack, Beppe Grillo, Laura Pausini e altri «vip», che avevano rivolto un appello al ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio. Ma il ministro aveva latitato. Fino allo stanziamento in estremis.

mercoledì 13 agosto 2008

Piazza Castello come Lima 5mila peruviani in piazza celebrano l' Indipendenza


Il 28 luglio del 1821, davanti alla folla di Plaza de Armas, a Lima, il generale José San Martìn y Matorras, sventolando la bandiera del Perù appena liberato dal dominio spagnolo, annunciò la liberacion pronunciando queste parole: «Il Peru da questo momento è libero e indipendente, per la volontà del popolo e per la giustiza di una causa difesa anche da Dio». Da allora sono trascorsi 187 anni e per la prima volta le celebrazioni di quella liberazione varcheranno l' Oceano per arrivare a Torino. La nostra città è la terza in Italia per numero di immigrati peruviani (circa cinquemila) e oggi, in contemporanea con molte altre metropoli da Roma a San Francisco, da Miami all' Australia darà spazio ai propri "ospiti" per le loro «Fiestas Patrias». Quello peruviano-torinese è un popolo soprattutto al femminile (nell' ultimo censimento del 2005 le donne erano oltre 3000), impegnato soprattutto sul fronte della cura della famiglia (infermieri, assistenti ad anziani e bambini, pulizie domestiche), e rappresenta la terza comunità straniera più grande dell' area urbana. I festeggiamenti avranno inizio alle 10, a Palazzo Civico, con il saluto di Comune, Provincia e Regione all' ambasciatore del Perù in Italia, Carlos Rocca. Alla stessa ora, in via Garibaldi, apriranno sei punti di vendita di prodotti enogastronomici tipici, che offriranno per tutto il giorno (fino alle 21) degustazioni e piatti dell' antica tradizione andina (paparellena, seco de res, cabrito, recoto relleno, arroz con leche, alfajores, mazamorra limena e altre prelibatezze). Alle 11, nella chiesa di San Domenico si celebrerà la messa della comunità, mentre alle 12, in piazza Castello si terrà la cerimonia ufficiale, con alzabandiera, esecuzione degli inni nazionali e saluto dell' ambasciatore del Perù. Alle 14, sempre in piazza, prenderà il via invece la festa musicale, animata dai gruppi nati nella nostra città, che accompagneranno balli, animazioni, letture e le varie attività dei 25 gazebo allestiti nell' area pedonale dedicati alle associazioni, agli imprenditori e agli artisti. Tutti gli eventi sono ad ingresso libero. (lor.bar.)
Repubblica — 27 luglio 2008

sabato 2 agosto 2008

Gli Incas nei cieli dei condor La strada nella roccia che s'inerpica sulle Ande

Il Peru': qui l'unita' di misura e' lo smisurato
Fino a qui, queste sono mura costruite dagli Inca», dice la piccola guida andina. Poi sorride, come per scusarsi in anticipo, e prosegue: «Da qui in poi, invece, sono state erette dagli inca-paces».

Siamo al Cuzco, che significa «ombelico», e quindi ombelico del mondo, come racconta Garcilaso de la Vega «el Inca» nel libro che e' la memoria mitica, antropologica e storica del PERU' preispanico, i Commentari reali degli Incas. Con la guida andina siamo sul retro del palazzo di Inca Roca, oggi, molto PERUvianamente, «Museo de arte religioso». Come quasi dappertutto, gli spagnoli hanno costruito il loro palazzo sui resti di una costruzione Inca. E, come quasi sempre nella movimentata storia geologica del PERU', quando nel 1950 e' arrivato un terremoto che ha scosso le montagne per la durata di tre Credo, la parte spagnola e' venuta giu', mentre quella Inca e' rimasta intatta.

In questa specie di malinteso fra architetti, di errore di traduzione fra carpentieri sta una delle chiavi per poter intendere il PERU' di cinquecento anni fa come quello di oggi. Un Paese la cui piu' ovvia unita' di misura sembra esser stata e rimanere lo smisurato, sia che si tratti di poverta' come di ricchezze, di fenomeni naturali come di leggende, di civilta' come di barbarie. Gli Inca e le culture che li hanno preceduti e combattuti sembrano aver interpretato lo smisurato con l'ambizione di scrivere la loro geografia. Hanno trattato «costa, sierra e selva» come se fossero un'unica pagina bianca, grande quanto il mondo. Ambizione ciclopica e paradossale, ma persistente, fino a oggi insistente e trasmessa in qualche modo agli «spagnoli». Popoli che non hanno mai davvero conosciuto la scrittura sono stati in cambio maestri e sacerdoti di geoglifi, segni e simboli tanto grandi che si possono vedere solo dall'alto, fatti per l'occhio e, a giudicare dal poco che ancora ne sappiamo, anche per l'intuito senza ambiguita' del condor e oggi per quello piu' tecnologico e dimesso dell'aereoplano.

A cominciare dalle linee della pampa di Nazca, dove su un'area desertica di 350 chilometri quadrati sono tracciate le gigantesche figure della scimmia, del ragno, della balena, del condor, delle mani, dell'iguana, del colibri', quella antropomorfa dell'astronauta che dal fianco di una collina saluta come ET, e quelle molto piu' misteriose e inquietanti della spirale, delle piazzole geometriche, delle rette lunghe decine di chilometri che guidano l'occhio all'atterraggio. Le vedi solo dall'alto, a bordo di un Cesna portato in giro dal pilota e molto piu' dal vento. Viri, cabri, con lo stomaco fra i denti ti raccomandi all'immagine emaciata di Maria Reiche, l'archeologa tedesca che le ha studiate per quasi settant'anni, vivendo nel deserto, pulendole con la scopa, proteggendole dal vandalismo dei locali e sognando con la fantasia intransigente degli scienziati che fossero il piu' grande calendario astronomico del mondo. Tuttavia, anche cosi', non puoi fare a meno di notare il piu' recente geoglifo, tracciato dagli «spagnoli»: la retta scura della Panamericana Sur, che sfiora il segno delle mani e taglia in due come una spada la coda dell'iguana. Anche questo e' uno smisurato malinteso, un gigantesco errore di traduzione ed e' questo che vede oggi il condor dall'alto. Vede la pianta a forma di puma del Cuzco e le costruzioni coloniali e moderne che la cancellano, vede le scritte elettorali e gli slogan di «orgoglio» nazionalista che l'improbabile e corrotta, politica contemporanea PERUviana incide a caratteri cubitali sui fianchi delle montagne, vede il gigantesco volto dell'Inca scolpito sulle pendici a strapiombo davanti alla citta'-tempio di Ollantaytambo e vede, a Lima, le grandi aiuole sponsorizzate del paseo de la Repubblica dove accuratissimi giardinieri curano con precisione orientale moderni geoglifi tracciati con i fiori: «Chocolate Sol del Cuzco», «Tuboplast», «Grifferia (rubinetteria) Vainsa», «Renzo Costa Pasion por los cueros», «The Salvation Army», «Paginas amarillas». Ma soprattutto, dall'alto, il condor vede il tracciato delle Strade Reali degli Inca che sulle vette «del Ande», come dicono qui, e attraverso incisioni fatte nella roccia e ponti di corda sospesi sull'abisso collegava un tempo Quito, oggi in Ecuador, con il Cile, per una lunghezza di piu' di 800 leghe. Le si puo' percorrere per intero nel bellissimo libro di Victor von Hagen, l'archeologo che le ha riportate alla luce. Erano fra l'altro uno strumento di potere e sapere per l'immenso impero dell'Inca, erano il tracciato che articolava i centri dell'impero, oggi rese secondarie dall'immenso gorgo che deve sembrare Lima dall'alto, con l'alluvione dei suoi otto milioni e mezzo di abitanti, mentre la seconda citta' del PERU', Arequipa, ne conta, a stento, uno. Verso sud, Lima - dove il salario medio e' di 190 dollari al mese e cui un autore PERUviano abbastanza noto, Salazar Bondy, dedico' un libro, Lima la horrible, che stranamente non trovo disponibile in nessuna libreria del centro - si estende e muta come un essere biologico.
Dai palazzi del centro alle costruzioni in corso della periferia, ai tetti di latta dei sobborghi, alle pareti di paglia e canne del deserto che circonda la citta', ai cartelli piantati nel nulla della polvere e della sabbia su cui, enigmaticamente in quel vuoto, sta scritto «Proprieta' privata. Ordine di sparare». Tutte le strade degli Incas non portano a Lima. Non e' necessario, perche' Lima divora anche i sogni dei PERUviani, che spesso non conducono a nulla. Fraintendimenti, malintesi, scolpiti indelebilmente nella scrittura per geoglifi di un Paese che continua a eleggere una classe politica che disprezza e da cui e' vessato e ingannato senza rimedio. Ma anche registrati nella sua storia moderna, che inizia con un riscatto, una cattiva traduzione e il disvelamento di un inganno. Il riscatto e' quello di Atahualpa, valutato, come racconta Antonello Gerbi nel suo grande saggio dedicato al Mito del PERU', nell'incredibile somma di 1.326.539 pesos d'oro e 51.610 marchi d'argento.

Cifra anch'essa smisurata, probabilmente inferiore al vero e comunque incalcolabile per un popolo che si perdette piu' perche' non conosceva la scrittura e la moneta che per il fatto di non aver mai visto cavalli e archibugi. La cattiva traduzione fu quella di Felipillo, indio-lengua, l'ambiguo interprete fra Pizarro e Atahualpa, che se non determino' la sorte di quest'ultimo per interessi personali, di certo la affretto'. L'inganno fu quello di El Dorado, svelato dalla ribellione feroce e disperata di Lope de Aguirre. El Dorado, racconta Gerbi, non solo non esiste, ma non e' neppure un luogo, e' un uomo. Il capo di una nazione Chibcha che, una volta all'anno, dopo essersi cosparso il corpo nudo di una finissima polvere d'oro, si immergeva in un lago e ne risorgeva ripulito, sacrificando quella polvere metallica agli de'i. Un intero continente, maledetto dall'oro, ha cercato con sangue e furore, per decine e decine d'anni, un luogo che era un uomo. Non so perche' questa storia mi sembra attualissima quando sento esterrefatto il discorso che tiene in pubblico davanti a studenti, professori e ospiti italiani una studentessa quindicenne dell'italiano «Colegio Raimondi»: «Scegliamo meglio gli uomini che ci devono rappresentare - dice come una futura presidente - creoli, quechua, aymara, il nostro potenziale non sta in vani progetti in cui nessuno crede ma nella ricchezza che sono le nostre diversita'». Il PERU', e per estensione tutta l'America latina, come luogo di contesti, come pensava il grande scrittore cubano Alejo Carpentier, in cui vanno valorizzati tutti gli aspetti, e non solo, banalmente, di contrasti, in cui prima o poi una parte deve prevalere sull'altra.

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Sezione:Societa' e Cultura
Autore:FRANCO ERNESTO

martedì 29 luglio 2008

In Perù a parlare di coca

Cari Italians,
ho avuto lunghe conversazioni con cittadini peruviani, nel mio recente viaggio in Perù, sull'argomento coca. Nel Paese le foglie di coca si trovano al mercato con le cipolle e i ravanelli. Pare che la coltivazione della coca per il piccolo uso personale (senza pericoli per la salute e senza cadere in dipendenza da narcotico) sia ammessa. Si può bere un «mate de coca» in qualsiasi bar o albergo: ci permette di sopportare meglio «el soroche», o mal di altura. Al ristorante si trova il pane impastato e cotto con foglie di coca sminuzzate: un leggero sapore vicino alle focacce turche alle erbe e nulla più. Si trovano caramelle alla foglia di coca e hanno la stessa funzione del mate.
Ho saputo che per produrre la cocaina è indispensabile una buona dose di acido solforico e pertanto lo Stato sorveglia il commercio di tale acido. Nel tragitto tra Puno (lago Titicaca) e Arequipa ho potuto vedere decine e decine di autocarri a servizio di una miniera, gestita da una compagnia francese, da cui presumo venga estratto rame o qualcosa di simile. La cosa curiosa è che ogni autocarro portava a rimorchio una piccola botte con grande scritta acido solforico. Sarò maligno, ma mi pare che potrebbe quasi un gioco, conoscendo la propensione al guadagno puro e semplice «senza se e senza ma» delle compagnie straniere nello sfruttamento delle risorse locali, dirottare qualche cisterna di acido nelle raffinerie organizzate per la produzione di cocaina. Chiesto a un «campesino» un giudizio sulle foglie di coca, mi sono sentito rispondere: «Le foglie di coca fanno bene, si lavora meglio e passa la fame, ma l'alcol (strizzandomi l'occhio), quello sì che è buono», e mi sono sentito in colpa come i trafficanti di cattivo whisky nelle riserve indiane dell'epopea western che ben conosciamo.

Giorgio Pisetta, pisettagiorgio@virgilio.it
Corriere della Sera

Perù da visitare

Sono state le grandi civiltà che si sono susseguite nella sua storia a rendere il Perù un luogo così affascinante. Potete passeggiare per le vie di città coloniali che hanno conservato il carattere dei conquistadores spagnoli, visitare l'antica capitale inca di Cuzco, esplorare la città perduta di Machu Picchu e riflettere sull'enigma delle linee di Nazca. Non occorre fermarsi in Perù molto a lungo per rendersi conto che il 'Nuovo Mondo' possedeva una ricca e complessa cultura già migliaia di anni prima che Pizarro apparisse indossando buffi abiti. Tutto questo si trova in un paese che vanta uno dei paesaggi più vari e spettacolari del Sud America. Le Ande peruviane sono di certo le più belle del continente e sulle montagne vivono milioni di indios degli altipiani che parlano ancora l'antica lingua quechua e mantengono uno stile di vita tradizionale. Il verdeggiante bacino amazzonico, che occupa metà del Perù, è una delle più importanti zone al mondo per la biodiversità: una distesa di foresta pluviale tropicale che vi farà restare a bocca aperta non appena inizierete a conoscerne la ricca flora e fauna. I deserti costieri, con le loro enormi dune ondulate, le oasi di terra coltivata e i villaggi di pescatori, benchè scarsamente apprezzati dai visitatori, offrono una fantastica opportunità per allontanarsi dal sentiero dei Gringos. Ma non dovete essere zoologi, antropologi o alpinisti per godervi il Perù. Tutto ciò di cui avete bisogno è curiosità, amore per i paesaggi e interesse per la storia.
A colpo d'occhio
Paese:
Repubblica del Perù

Superficie:
1.285.220 kmq

Popolazione:
27.925.628 abitanti (tasso di crescita demografica 1,4%)

Capitale:
Lima (8.113.000 abitanti)

Popoli:
45% amerindi, 37% meticci (discendenti di amerindi ed europei), 15% d'origine spagnola, 3% neri e minoranze asiatiche

Lingua:
spagnolo (lingua ufficiale), quechua (lingua ufficiale), aymara

Religione:
90% cattolica, protestante

Ordinamento dello Stato:
repubblica presidenziale

Profilo Economico
PIL:
155,3 miliardi di dollari
PIL pro capite:
5.600 dollari
Tasso annuale di crescita:
8,4%
Inflazione:
2,2%
Settori/prodotti principali:
oro, rame, zinco, pasta di legno, carta, foglie di coca, acciaio, petrolio greggio, tessuti, abbigliamento, industria alimentare, pesce e farina di pesce, cementifici, assemblaggio di automobili, cantieri navali, caffè, canna da zucchero, riso, frumento, cereali, patate, manzo, pollame, latticini
Partner economici:
USA, Regno Unito, Cina, Svizzera, Giappone, Spagna, Cile, Brasile, Colombia

Quando andare
La stagione turistica in Perù va da giugno ad agosto e coincide con la stagione secca, il periodo migliore per visitare il paese per chi intende fare escursioni. I viaggiatori si recano negli altipiani tutto l'anno, anche se durante i mesi più piovosi (da gennaio ad aprile) si rischia di fare trekking in mezzo al fango. Molte delle fiestas più importanti cadono nei mesi piovosi e le celebrazioni proseguono indisturbate nonostante la forte pioggia. Sulla costa, i peruviani vanno in spiaggia durante il periodo soleggiato, che va da fine dicembre a fine marzo, benchè siano poche le spiagge particolarmente belle. Per il resto dell'anno, la zona costiera è avvolta nella nebbia. Nelle foreste pluviali orientali, ovviamente piove molto. I mesi più umidi vanno da dicembre ad aprile, sebbene i turisti non disdegnino anche questo periodo, dato che raramente piove per più di poche ore e resta ancora molto sole da godersi.
Feste e manifestazioni
Le festività più importanti sono in genere quelle del calendario liturgico cattolico, che spesso vengono celebrate con grande sfarzo, specialmente nei villaggi indios degli altipiani, dove le ricorrenze cattoliche coincidono spesso con una tradizionale festa dell'agricoltura. Tra le feste principali vi sono il Carnevale (febbraio-marzo), particolarmente popolare sugli altipiani dove viene celebrato con numerosi combattimenti acquatici; l'Inti Raymi (24 giugno), la più importante delle feste inca, durante la quale si eseguono spettacolari danze e parate; l'anniversario dell'Indipendenza del Perù (28 luglio); il giorno dei Morti (2 novembre), in occasione del quale vengono portati cibo, bevande e fiori in omaggio sulle tombe di famiglia; e la Festa di Puno (5 novembre), durante la quale la gente indossa sgargianti costumi e vengono eseguite danze lungo le strade della cittadina.

Ambiente
Il Perù si trova nell'America Latina occidentale e confina a sud con il Cile, a sud-est con la Bolivia, a nord-est con il Brasile, a nord con la Colombia e a nord-ovest con l'Ecuador. è composto da tre grandi regioni naturali: una stretta cintura costiera, l'estesa regione andina e il bacino amazzonico. La fascia costiera è prevalentemente desertica, ma vi si trovano le città più importanti del paese e la sua migliore strada statale, la Carratera Panamericana. Le Ande sono costituite da due catene principali - la Cordigliera occidentale e l'orientale - che comprendono la montagna più alta del Perù, lo Huascaràn (6770 m). A est si estende la regione amazzonica, una zona di pianure tropicali bagnata dai fiumi Maranon e Ucayali. Lungo le coste desertiche del Perù vive una cospicua popolazione marina e ornitologica. Troviamo colonie di otarie e pinguini di Humboldt, il fenicottero cileno, il pellicano peruviano e la sterna inca. Tra gli uccelli diffusi negli altipiani vi sono il condor delle Ande, l'ibis della puna e una varietà di colibrì. Gli altipiani ospitano anche camelidi quali lama, alpaca, guanachi e vigogne, mentre i declivi orientali delle Ande sono rifugio di giaguari, orsi dagli occhiali e tapiri. La flora del Perù comprende numerose piante endemiche e resistenti, tra cui i piccoli alberi appartenenti alla specie Polylepis, che crescono anche ad altitudini estreme. Il grande patrimonio naturale e faunistico è protetto da una serie di parchi nazionali e riserve che coprono quasi 30 aree corrispondenti al 7% circa del territorio. Il clima del Perù è caratterizzato dall'alternanza di due stagioni principali, quella delle piogge e quella secca, con varianti regionali. La costa e i pendii delle Ande occidentali hanno generalmente un clima secco. Qui, l'estate va da dicembre ad aprile, mentre durante il resto dell'anno la garùa (nebbia costiera) avvolge la regione nascondendo il sole per la maggior parte del tempo. Nelle Ande, la stagione secca va da maggio a settembre, mentre quella delle piogge si protrae per il resto dell'anno. Sulle pareti orientali delle Ande, il tempo nei mesi più asciutti è simile a quello della stagione secca degli altipiani, ma la stagione umida (da gennaio ad aprile) è più marcata.

Documenti e notizie utili
Visto:
i cittadini italiani che si recano in Perù per turismo non hanno bisogno del visto per un soggiorno fino a 90 giorni. All'arrivo in Perù o sull'aereo si riceve una carta turistica (un foglio in duplice copia) che bisogna compilare: una copia viene tenuta dai funzionari dell'immigrazione e l'altra resta a voi. Non si paga nulla, ma non perdetela perchè è necessaria per lasciare il paese. Oltre al passaporto e alla carta turistica, ufficialmente bisogna avere il biglietto di ritorno o di proseguimento del viaggio

Consigli:
dengue, mal di montagna, colera, epatite, febbre gialla, malaria (nelle pianure), rabbia e tifo. La vaccinazione contro la febbre gialla è indispensabile se si pensa di visitare le zone orientali delle Ande o il bacino amazzonico

Fuso Orario:
cinque ore indietro rispetto al meridiano di Greenwich

Voltaggio:
la maggioranza degli impianti funziona con una corrente alternata a 220V, 60 Hz

Unità di misura:
sistema metrico decimale

Valuta
Nuevo (nuovo) Sol

Pasti
Basso:
US$2-5

Medio:
US$5-10

Alto:
US$10 e oltre

Pernottamento
Basso:
US$5-10

Medio:
US$10-15

Alto:
US$15 e oltre

I prezzi in Perù sono più bassi di quelli dei paesi sviluppati, ma più elevati rispetto a quelli delle nazioni vicine. Le località più costose sono Lima e Cuzco. Se la vostra disponibilità economica è limitata, potete tirare avanti con circa US$15-20 al giorno, ma se alloggiate in alberghi decorosi e mangiate nei ristoranti, starete meglio spendendo intorno a US$50 giornalieri. I prezzi per sistemazioni di lusso arrivano a US$200 per località come Machu Picchu. La valuta più facile da cambiare è il dollaro statunitense. Le altre si possono cambiare soltanto nelle città principali e pagando una commissione salata. Potete effettuare i cambi presso le banche, le casas de cambio, gli alberghi di categoria elevata oppure dai cambiavalute per strada. Di solito, è più semplice rivolgersi alle casas de cambio. I cambiavalute di strada, che si appostano nei pressi delle banche, non offrono mai tassi più vantaggiosi di quelli bancari ed è noto che spesso truffano i viaggiatori: è quindi meglio evitarli. I tassi di cambio variano da posto a posto, ma non in modo significativo, a meno che non cambiate i vostri soldi presso un albergo che fa pagare una commissione elevata. I travellers' cheque vengono cambiati a un tasso leggermente inferiore rispetto ai contanti. La Visa è la carta di credito più comunemente accettata, ma ai pagamenti con le carte di credito si aggiunge una commissione dell'8%, a meno che non ve ne serviate per prelevare valuta peruviana in contanti presso una banca. Nei migliori alberghi e ristoranti, al conto vengono aggiunte tasse e mance per il servizio che possono ammontare fino al 28%, quindi siate preparati. Gli alberghi e ristoranti più economici non fanno pagare tasse, inoltre nei locali di questa categoria non ci si aspetta che lasciate una mancia. Nei ristoranti più lussuosi, una mancia tra il 10% e il 15% andrà bene, a meno che non sia già stato aggiunto al conto il costo del servizio. I tassisti non ricevono mance. Tirate più che potete sul prezzo della corsa prima di salire a bordo ed esigete di pagare quanto stabilito in partenza. Per le guide locali si dovrebbe calcolare una mancia tra i US$3 e US$5 al giorno. Nei mercati, i venditori si aspettano che contrattiate.

© Lonely Planet Publications Pty.Ltd

lunedì 28 luglio 2008

Peru' , tutte le civilta' prima dell' impero Inca

"Peru'" autore Federico Kauffmann Doig, a cura di Giancarlo Ligabue. edizione ERIZZO

PUBBLICATO, TITOLO: Peru' , tutte le civilta' prima dell' impero Inca.

Federico Kauffmann Doig PERU' A cura di Giancarlo Ligabue Ed. Erizzo, Venezia, pagine 576, lire 118.000. Che cosa indicano le parole Moche, Chavin, Nasca, Chimu' , Huari, Chachapoyas? Quanti lettori sanno che questi sono i nomi coi quali vengono indicate civilta' peruviane che precedettero quella degli Incas? Non molti, crediamo. Probabilmente, gli stessi lettori saprebbero invece collocare nel tempo e nello spazio Celti, Vichinghi, Bretoni, Nubiani e altri ancora. Perche' questa ignoranza diffusa? La spiegazione e' semplicissima: la maggioranza non li ha mai scoperti sui banchi di scuola e anche successivamente ha avuto poche occasioni di venirne a conoscenza. I conquistadores incontrarono gli Incas, gli Aztechi e i Maya, e solo di questi l' Europa di allora prese coscienza, come se prima di quei popoli le Americhe fossero state letteralmente disabitate. Questo e' in gran parte imputabile alla quasi totale assenza di scrittura nelle Americhe; una lacuna che di fatto impedi' all' Europa di prendere coscienza dei piu' antichi popoli americani. Ma sono passati cinquecento anni da allora e l' archeologia ha riparato questa drammatica lacuna, cosi' oggi e' in grado di raccontarci gran parte di quella storia muta. E Kauffmann Doig s' e' preso l' impegno di riunire nella sua opera tutto quanto sappiamo oggi di quei popoli senza voce che precedettero gli Incas. Il suo volume e' un classico dell' editoria peruviana che ha avuto numerose edizioni in lingua spagnola, ma che in questa prima traduzione italiana, curata da Ligabue, e' stato sottoposto a una totale revisione e un ampliamento che ne hanno imposto la suddivisione in due volumi (il secondo, dedicato agli Incas, uscira' forse nel ' 94). Scritto sotto forma di manuale, il volume passa in rassegna minuziosa tutto quanto l' archeologia ha ritrovato del mondo preincaico e lo fa ripercorrendo anche le tappe della ricerca: dalle prime esplorazioni dell' Ottocento fino alle numerose campagne che lo stesso autore ha condotto col Centro studi Ligabue nell' Amazzonia peruviana. Tutto accompagnato da un ricchissimo prezioso corredo iconografico in gran parte dedicato a monumenti e reperti solitamente trascurati o del tutto inediti. Con questi strumenti Kauffmann Doig porta il lettore a scoprire i molteplici aspetti del mosaico dei popoli preincaici: civilta' gia' fiorenti quando Atene e Roma erano ancora di la' da venire; monumenti che non hanno niente da invidiare a quelli del Vecchio Mondo; un' arte raffinata che le diverse culture produssero senza mai abbandonare quell' unita' di fondo che lega tutto il mondo andino; un universo metafisico popolato di misteriose divinita' animali; organizzazioni sociali complesse; un' artigianato che permeo' di bellezza qualunque cosa sfiorasse. L' autore ha indagato questi fenomeni suggerendo conclusioni e ipotesi che permeano tutte le sezioni del libro. Il risultato e' una monumentale opera di consultazione, indispensabile per chiunque voglia davvero scoprire il Peru' prima degli Incas. (V. D.)
Corriere.it

domenica 27 luglio 2008

Associazioni Italiane in Perù

ASSOCIAZIONE AMIGOS DEL MUSEO DE ARTE ITALIANO
Presidente: Jorge PARODI GALLIANI
Dirección: Av. Venezuela n. 120 - La Perla - Callao 4
Teléfono: 420.7633
Fax: 420.7081
E-Mail: erminiocogorno@yahoo.com
Pàgina Web:

ASSOCIAZIONE CLINICA ITALIANA
Presidente: Rolando OSTINELLI
Dirección: Esquina Edison y Burgos - San Isidro - Lima 27
Teléfono: 421.6782
Fax: 440.9115
E-Mail:
Pàgina Web:

ASSOCIAZIONE ALPINI DEL PERU'
Presidente: Celso SALVETTI
Dirección: San Martin n. 757 - Miraflores - Lima 18 - Peru'
Teléfono: 444.1210
Fax: 447.2001
E-Mail:
Pàgina Web:

ASSOCIAZIONE EDUCATIVA ANTONIO RAIMONDI
Presidente: Vittorio AZZARITI
Dirección: Av. La Fontana n° 755 - La Molina - Lima 12
Teléfono: 349.6166
Fax: 349.6167
E-Mail: administracion@ciaraimondi.edu.pe
Pàgina Web:

ASSOCIAZIONE EMILIANO - ROMAGNOLA DEL PERU'
Presidente: Bruno UGOLOTTI
Dirección: Av. José Pardo n. 764 Dpto. 61 - Miraflores - Lima 18
Teléfono: 447.3200
Fax: 447.3200
E-Mail: nuccia@amauta.rcp.net.pe
Pàgina Web:

ASSOCIAZIONE EX-ALUNNI DELLA SCUOLA ANTONIO RAIMONDI
Presidentessa: Paola BALDUCCI
Dirección: Av. La Fontana n° 755 - La Molina - Lima 12
Teléfono: 348.9799
Fax: 445.6084
E-Mail: ex-alumnos@ciaraimondi.edu.pe
Pàgina Web:

ASSOCIAZIONE ITALIANA ITALIA 2000
Presidente: Mauro ANCHERANI
Dirección: Av. De Las Artes n° 1025 - San Borja - Lima 41
Teléfono: 346.0439
Fax:
E-Mail: maurocarla@terra.com.pe
Pàgina Web:

ASSOCIAZIONE ITALIANI DEL PERU'
Presidente: Giovanni DE GENNARO
Dirección: Juan Pablo Fernandini n. 1530 - Pueblo Libre - Lima 21
Teléfono: 433.4365
Fax: 433.4365
E-Mail: italiani@correo.dnet.com.pe
Pàgina Web:

ASSOCIAZIONE ITALIANI DI LAMBAYEQUE
Presidente: Salvador AITA GERVASI
Dirección: Av. Santa Victoria n. 897 Urb. Santa Victoria - Chiclayo
Teléfono: (074) 22.7422
Fax: (074) 22.8018
E-Mail: saita@terra.com.pe
Pàgina Web:

ASSOCIAZIONE ITALO PERUVIANA DI UCAYALI "A. Raimondi"
Presidente:
Dirección: Av. Coronel Portillo n. 576 - Pucallpa
Teléfono:
Fax:
E-Mail: giovmr@camaralima.org.pe
Pàgina Web:

ASSOCIAZIONE LIGURI DEL PERU'
Presidente: Ernesto AVEGGIO
Dirección: Juan Pablo Fernandini n. 1530 - Pueblo Libre - Lima 21
Teléfono: 433.4365
Fax: 433.4365
E-Mail:
Pàgina Web:

ASSOCIAZIONE LOMBARDI DEL PERU'
Vice Presidente: Fabrizio BIANCHI
Dirección: Conquistadores n° 175 – A - San Isidro - Lima 27
Teléfono: 422.8674 - 441.4908
Fax:
E-Mail: gallmaxbianchi@terra.com.pe
Pàgina Web:

ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMBATTENTI E REDUCI
Presidente: Giovanni DE GENNARO
Dirección: Calle Diez n. 211 - San Borja - Lima 41
Teléfono: 475.0384
Fax:
E-Mail: italiani@correo.dnet.com.pe
Pàgina Web:

ASSOCIAZIONE SARDA DEL PERU'
Presidentessa: Tommasina CORDA in VERTIZ
Dirección: Javier Prado Oeste n° 1445 – 1301 - San Isidro - Lima 27
Teléfono: 442.7683
Fax: 446.0117
E-Mail:
Pàgina Web:

ASSOCIAZIONE SICILIANI DEL PERU'
Presidente: Santi BALLETTA
Dirección: Pumacahua n. 2514 Of. 202 - Lince - Lima 14
Telefono: 470.1631
Fax: 470.1631
E-Mail:
Pàgina Web:

ASSOCIAZIONE TOSCANI DEL PERU'
Presidente: Spartaco TORRINGHI
Dirección: Av. Pezet nº 131 - Dpto. 801 - San Isidro - Lima 27
Teléfono: 421.7061
Fax: 442.2601
E-Mail: karspar@tsi.com.pe
Pàgina Web:

ASSOCIAZIONE VENETI DEL PERU'
Presidente: Giuseppe CILIOTTA
Dirección: Paul Harris n° 272 - San Isidro – Lima 27
Teléfono: 368.0253
Fax: 386.1425
E-Mail:
Pàgina Web:

CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA
Presidente: Siro TONANI
Dirección: Av. Rivera Navarrete n . 788 - Piso 4 - San Isidro - Lima 27
Teléfono: 440.3791 - 422.1596
Fax: 440.3791 - 442.1596
E-Mail: camerit+@amauta.rcp.net.pe
Pàgina Web:

CASA DEGLI ITALIANI (IQUITOS)
Presidente: Salvador URRO
Dirección: Condamine n° 274 - IQUITOS
Teléfono: (094) 23.4354
Fax: (094) 23.4522
E-Mail:
Pàgina Web:

CASA DEGLI ITALIANI (TACNA)
Presidente: Umberto BOLLO MARENGO
Dirección: Av. San Martin n. 749 2do. piso - TACNA
Teléfono: (054) 71.1471
Fax:
E-Mail:
Pàgina Web:

CIRCOLO SPORTIVO ITALIANO - CANOTTIERI
Presidente: Attilio COGORNO
Dirección: Av. Juan Pablo Fernandini n° 1530 - Pueblo Libre - Lima 21
Teléfono: 431.3630
Fax: 432.1099
E-Mail: circolo@computextos.com
Pàgina Web:

CIRCOLO TRENTINO DI LIMA - PERU'
Presidente: Ciro CASAGRANDA
Dirección: Calle Matier nº 658 - 662 - San Borja - Lima 41
Teléfono: 224.0563
Fax:
E-Mail:
Pàgina Web:

COM.IT.ES.
Presidente: Giovanni DEFENDI
Dirección: Av. Juan Pablo Fernandini n° 1530 - Pueblo Libre - Lima 21
Teléfono: 431.3630
Fax: 432.1099
E-Mail: comites@comitesperu.org
Pàgina Web: www.comitesperu.org

COMITATO TRICOLORE PER GLI ITALIANI NEL MONDO
Presidente: Giacomo CANEPA
Dirección: Los Rosales n. 180 - San Isidro - Lima 27
Teléfono: 221.0523
Fax: 421.4038
E-Mail: mino@wayna.rcp.net.pe
Pàgina Web:

ISTITUTO CULTURALE ITALO-PERUVIANO
Direttore: Paolo VALENTE
Dirección: Calle Cruz Verde n. 309 - Arequipa
Teléfono: 054-80770
Fax: 054-200548
E-Mail: incip_sedearequipa@hotmail.com
Pàgina Web: www.institutoitaloperuano.com

ITALICA GENS
Presidentessa: Ive CANEPA
Dirección: Juan Pablo Fernandini n. 1530 - Pueblo Libre - Lima 21
Teléfono: 433.4365
Fax: 433.4365
E-Mail:
Pàgina Web:
SOCIETA' ITALIANA DI BENEFICIENZA E ASSISTENZA (S.I.B.A.)
Presidente: Alberto PISELLI
Dirección: Tomàs Edison y Burgos - San Isidro - Lima 33
Teléfono: 421.6782
Fax: 440.9115
E-Mail:
Pàgina Web:

Rivista "INCONTRI"
Presidente: Pompilio INGLESI
Dirección: Av. Aviacion n. 2485 - Of. 202 - San Borja - Lima 41
Teléfono: 475.9930
Fax: 475.4240
E-Mail: inglesi@ec-red.com
Pàgina Web:

Perù da vedere e d'amare

Alcuni dei posti più belli da visitare in Perù. Foto

sabato 12 luglio 2008

Peru, cultura millenaria e di una ricca tradizione meticcia


Erede di una cultura millenaria e di una ricca tradizione meticcia, il Perù costituisce un’enclave magica che ospita una delle maggiori biodiversità del pianeta: un vero e proprio mondo di culture distinte che convivono e che forgiano, con il proprio sforzo la promessa del suo futuro migliore.







Il popolo Mochica, guerrieri e signori del territorio nel nord del Perù, grandi lavoratori del'oro e dei metalli, con i suoi vestiti meravigliosi in cotone, oro, e turchese.